Pakse, Laos: guida alla città e dintorni

Agli estremi confini meridionali del Laos la provincia di Champasak rappresenta quanto di più audace e vario si possa immaginare in termini naturalistici. Il grande Mekong ne definisce i confini occidentali con la Thailandia, attraversando maestoso la città Pakse, il capoluogo provinciale, per poi proseguire verso sud in direzione Si Phan Don e delle 4000 isole

A oriente si distinguono dalla città i profili imponenti del Plateau des Bolaven (altopiano di Bolaven) cuore rurale della provincia costellato di piantagioni di caffè, cardamomo, rattan, banani e avocadi. La geografia antropica dell’altopiano è varia quanto quella fisica, abitato da millenni dalle etnie tribali laven, alak e kahtu. Cascate e corsi d’acqua, alimentati dalle abbondanti precipitazioni monsoniche, generano un paesaggio rigoglioso e fertile, esuberante a tal punto da generare meraviglia dovunque si guardi.

Tramonto sull'altopiano di Bolaven, nei dintorni di Pakse
L’altopiano di Bolaven, nei dintorni di Pakse

In direzione sud, seguendo il corso del Mekong, è possibile raggiungere in un’escursione di mezz’ora da Pakse la sonnolenta cittadina di Champasak. Un tempo capitale del regno omonimo è oggi conosciuta per la sua vicinanza all’area archeologica di Vat Phu: gioiello architettonico della cultura khmer, esempio pregevole e incredibilmente riuscito di tempio montagna. Il museo ai piedi della collina offre inoltre l’opportunità di seguire, grazie a un’esposizione ben curata e di facile interpretazione, la cronologia storica del sito: dalla sua riscoperta ai ritrovamenti più recenti.

Per conoscere il territorio di Pakse nel Laos meridionale e il suo esuberante paesaggio, cominciamo proprio dal capoluogo provinciale, punto di partenza obbligato per le escursioni nei dintorni.

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Pakse: cosa fare e vedere

Il capoluogo della provincia di Champasak conta poco più di centomila abitanti, distribuiti lungo la vasta pianura che dalle sponde del Mekong si distende fino alle propaggini occidentali dell’altopiano di Bolaven. È un territorio fertile con un centro amministrativo piuttosto giovane fondato dai francesi nel 1905[1]. Da questo momento in poi la città conobbe una progressiva crescita economica, diventando, anche grazie all’introduzione di varietà di arabica sull’altopiano di Bolaven, il principale centro di coltivazione del caffè di tutto il Laos. 

Sedersi lungo le sponde del Mekong ad ammirare il tramonto, oppure più comodamente in uno dei tanti caffè cittadini, è già di per sé un’esperienza notevole e senz’altro “local” vista la grande quantità di coppie laotiane che ne frequentano le rive. Il fiume ne ha definito, come per molte altre città del Laos (vedi Vientiane o Luang Prabang), il piano urbanistico e garantito la vitalità economica, ne ha arricchito il paesaggio diventando un elemento di attrazione per i viaggiatori interni e internazionali.

Tramonto sul fiume Mekong, in Laos, nei pressi di Pakse
Tramonto sul fiume Mekong


È lungo le sponde di un affluente del Mekong che incontriamo uno dei maggiori templi buddhisti di Pakse, l’estesa area cerimoniale del Wat Luang con pregevoli esempi di architettura sacra laotiana e innumerevoli reliquiari funerari dove sono conservate le ceneri dei sovrani di Champasak.

Il tempio Wat Luang a Pakse, al tramonto
Wat Luang, uno dei maggiori templi buddhisti di Pakse

Attraversando il ponte che collega la riva occidentale a quella orientale è facilmente raggiungibile la collina di Salao dalla cui cima la vista spazia sulla pianura circostante, regalando un magnifico panorama della città di Pakse e più oltre dell’altopiano di Bolaven. Sul versante occidentale il tempio di Wat Phou Salao, con il suo gigantesco Buddha dorato, è meta di pellegrinaggio ed escursioni giornaliere. Tantissimi gli abitanti del posto che raggiungono la collina per ammirarne il paesaggio e trascorre il classico pomeriggio “fuori porta”.

Il gigantesco Buddha dorato del Wat Phou Salao
Il gigantesco Buddha dorato del Wat Phou Salao © Basile Morin, CC BY-SA 4.0

Questi in sostanza i luoghi da visitare durante un soggiorno a Pakse, centro strategico da cui proseguire poi per visitare, nell’arco della giornata, i suoi dintorni. La cittadina di Champasak e il tempio di Vat Phu distano infatti solo una trentina di chilometri in direzione sud.

Luoghi da visitare nei dintorni di Pakse

Il tempio di Vat Phu, Champasak

Provenendo da Pakse e costeggiando la sponda occidentale del Mekong la montagna di Phaou Khao irrompe nel paesaggio pianeggiante come un miraggio che attrae irresistibilmente lo sguardo. Coperta da una fitta foresta sembra protendersi verso il fiume che in alcuni punti scorre a poche centinaia di metri. In prossimità della cittadina di Champasak una svolta della strada allontana dal Mekong puntando dritta verso destra in direzione della montagna ai cui piedi un tempo sorgeva l’antico centro di Shrestapura, risalente al V secolo d. C. . Del nucleo originario della città resta ben poco, sostituito a partire dal X secolo (epoca khmer) con nuove strutture che hanno conferito al sito archeologico la sua forma attuale[2].

Vat Phu e Monte Phaou Khao sullo sfondo
Vat Phu e Monte Phaou Khao sullo sfondo


Le similitudini con le rovine e i templi di Angkor sono palesi e facilmente intuibili. A cominciare dai barays (bacini idrici) e dai resti dei palazzi all’estremità orientale della piana, pregevoli esempi del primo periodo di Angkor Wat. L’imponenza degli edifici è notevole, non altrettanto il loro stato di conservazione. Sul terrazzamento immediatamente a ovest troviamo il Palazzo meridionale e il piccolo santuario di Nandi (il toro del dio Shiva) da cui partiva l’antica Strada Reale che collegava Angkor Thom al sito di Vat Phu seguendo un percorso di 240 chilometri. Oggi di questo impressionante progetto restano ben poche tracce, divorato dalla giungla, dall’incuria e dalle molte guerre che hanno tormentato per decenni quest’area geografica.

Il palazzo meridionale del tempio di Vat Phu. Territorio di Pakse, Laos
Il palazzo meridionale del tempio di Vat Phu

Il tempio montagna

Al tempio montagna vero e proprio si accede percorrendo sette ampie gradinate in arenaria che si sviluppano in altrettante terrazze su cui sorgono altari e templi minori in gran parte distrutti dai cacciatori di tesori. È al culmine di questa ascesa che si raggiunge il Vat Phu, la montagna sacra da cui ancora oggi sgorga una sorgente dedicata a Shiva. Il santuario conserva innumerevoli incisioni di guardiani, apsara (danzatrici celesti) e statue di Buddha. Alle sue spalle una notevolissima Trimurti di Shiva, Brahma e Vishnu ci rammenta le origini del tempio, mentre due pietre scolpite in foggia di coccodrillo ed elefante lasciano ancora oggi interdetti gli archeologi circa la loro funzione.

Gradinate in arenaria che conducono al tempio montagna, uno dei luoghi da visitare nei dintorni di Pakse
Gradinate in arenaria che conducono al tempio montagna


La sommità della collina è un esempio di come gli antichi architetti khmer abbiano saputo modellare il paesaggio circostante in funzione rituale, lasciandone inalterata la disposizione dei massi, delle sorgenti d’acqua e degli anfratti rocciosi divenuti parte di questa stupefacente geografia sacra che ci riporta alle origini dell’architettura di Angkor.

Santuario principale Vat Phu
Santuario principale Vat Phu

Per approfondire la storia e le origini del tempio di Vat Phu consigliamo un’agile e preziosa lettura edita da Polaris dal titolo Vat Phu, La montagna di Shiva, scritto a quattro mani da Roberto Marzano e Pierangelo Pancaldi.

Il Plateau di Bolaven (altopiano di Bolaven)

Per descrivere il paesaggio naturale dell’altopiano di Bolaven gli aggettivi si sprecano in un’esuberanza qualitativa che va dall’emozione alla meraviglia, passando dai sentieri più avventurosi del desiderio d’avventura, dai saliscendi della scoperta, precipitando nello sconforto quando il viaggio finisce e riprendiamo la strada ad anello che ci riporta a Pakse. Tutto questo può durare un pomeriggio, un paio di giorni o perfino una settimana a seconda dell’itinerario che decidete di seguire sul Bolaven Plateau.

Cascata Tad Mea Louk, altopiano di Bolaven
Cascata Tad Mea Louk, altopiano di Bolaven

In base alla distanza da percorrere esistono infatti due principali percorsi circolari che abbracciano l’altopiano, il primo più breve copre una distanza di circa duecento chilometri (da Pakse a Pakse), il secondo raggiunge i trecento con punto di arrivo sempre a Pakse. È possibile ammirare le principali cascate, visitare le piantagioni di caffè e i villaggi locali con un impegno, in termini di tempo, relativamente breve (tre giorni). Ma se volete dedicare più spazio all’esplorazione dei sentieri, soggiornare nei villaggi o esplorare le cascate meno accessibili (e meno visitate) occorre prendere in considerazione una durata maggiore. Per ogni dubbio sulla pianificazione del viaggio nell’altopiano di Bolaven siamo come sempre a vostra disposizione alla nostra pagina dei contatti.

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Le cascate del Plateau di Bolaven

Partendo da Pakse e seguendo l’anello in senso orario, la cascata di Tad Pha Suam è la prima che incontriamo lungo il percorso. In fatto di spettacolarità lascia piuttosto a desiderare, ma è un battesimo necessario e introduttivo a quanto ci attenderà più oltre. Le successive cascate di Tad Lo e Tad Hang hanno una portata imponente con una serie di salti dal rumore fragoroso e assordante nelle cui piscine naturali ragazzi e adulti si tuffano in acqua senza farsi troppi problemi.

Cascata Tad Lo
Cascata Tad Lo

Scendendo incontriamo due tra le più celebri e fotogeniche cascate dell’altopiano di Bolaven: Tad Yuang e Tad Fane. La prima è facilmente accessibile dalla strada principale, con un piccolo ristorante alle sue spalle e un paesaggio che pare uscito dalla fantasia di Tolkien. Al pari della seconda e più spettacolare cascata di Tad Fane con il suo salto gemello di oltre cento metri incastonato nella rigogliosa vegetazione dell’altopiano. C’è di che restare stupiti di fronte all’esuberanza di una natura tanto fantasiosa e paziente da generare uno spettacolo simile.

Cascata Tad Yuang
Cascata Tad Yuang

I popoli dell’altopiano

La varietà naturalistica del Bolaven Plateau riflette anche la sua eterogeneità antropica. Per quanto il suo nome derivi dalla maggioranza tribale dei laven, l’altopiano è abitato, come per molte altre zone montuose e collinari del sud-est asiatico, da una grande varietà di gruppi tribali, ciascuno con proprie tradizioni culturali come alak, katu, taoy e suay. In quest’area geografica le zone elevate hanno da sempre rappresentato luoghi rifugio contro i gruppi dominanti della pianura che fossero stranieri o autoctoni. Nel caso dell’altopiano di Bolaven furono i francesi a scatenare la resistenza delle tribù locali con la rivolta di Phu Mi Bun[3] che a partire dal 1901 e fino al 1907 coinvolse le popolazioni del Bolaven.

Villaggio Katu Ban Kok Phoung Tai - Altopiano di Bolaven (Pakse)
Villaggio Katu Ban Kok Phoung Tai – Altopiano di Bolaven

Si Phan Don, le 4.000 isole

La strada che unisce Pakse all’arcipelago di isole di Si Phan Don corre parallela alla riva orientale del Mekong. Percorso pianeggiante della durata di un paio d’ore. Facilmente raggiungibile in autobus o vettura privata. 

Il paesaggio naturale di Si Phan Don subisce una radicale trasformazione con l’alternanza delle stagioni. All’arrivo dei monsoni il grande fiume sommerge gran parte delle isole più basse coprendo l’area di confine tra Laos e Cambogia per un’estensione di oltre dieci chilometri. Un panorama d’acqua travolgente che irriga la piana circostante apportando nutrimento al terreno e sollievo alle popolazioni locali che del Mekong vivono e sopravvivono. Durante la stagione secca, al ritiro delle acque, una costellazione di isolotti emerge dalla corrente e il territorio riacquista il nome di Si Phan Don: le 4.000 isole.

Le 4000 isole sul fiume Mekong
Il paesaggio delle 4000 isole sul Mekong

Sulle principali sono sono stati costruiti villaggi e comunità che prosperano grazie al fiume dal quale sono circondate. Don Khong è la più grande e con le sue risaie, le sue basse colline, i suggestivi percorsi in bici è l’opzione ideale dove soggiornare. Il centro abitato di Muang Khong vanta un locale mercato giornaliero raggiunto dagli abitanti delle isole vicine che costituisce un’ottima esperienza per entrare in contatto con l’atmosfera e la gente del posto.

Isola Don Khon, sul Mekong; dintorni Pakse, in Laos
Isola Don Khon

Qualche chilometro più a sud incontriamo le isole di Don Det (meta privilegiata dai backpacker) e Don Khon collegate tra loro da un imponente ponte di epoca francese ancora oggi in uso. Attraversandolo in direzione est è possibile raggiungere le cascate di Li Phi che credenza vuole capaci di intrappolare gli spiriti cattivi dei defunti e più a sud quelle di Khone Phapheng che si estendono lungo il corso del Mekong per oltre dieci chilometri.

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Quando visitare Pakse e il Plateau di Bolaven

Che le cascate abbiano bisogno di acqua per essere davvero spettacolari è cosa risaputa. Che l’acqua da queste parti possa trasformare strade e sentieri in torrenti di fango è bene ricordarlo. Nel periodo monsonico (Maggio-Ottobre) il paesaggio dell’altopiano e i suoi corsi d’acqua raggiungono il loro massimo, rendendo una visita alle cascate senza dubbio impressionante. La nota dolente, come detto in precedenza, è rappresentata dalle vie di comunicazione.

Per questa ragione il periodo consigliato per visitare l’altopiano di Bolaven è compreso tra i mesi di Novembre e Marzo, durante la stagione secca. Una valida alternativa, a cui senza dubbio avrete pensato, è costituita dal periodo immediatamente successivo alla stagione monsonica. Per quanto possa essere soggetto a brevi precipitazioni, regala ancora tutta quella lussureggiante vitalità che nei mesi di febbraio e marzo tende a perdere un poco di smalto. 

Pakse e dintorni: mappa dell’itinerario

Note

1 Champasak, Wiki (en), 27 maggio 2023, da https://en.wikipedia.org/wiki/Champasak_province

2 Vat Phou, Wikipedia (en), 27 maggio 2023, da https://en.wikipedia.org/wiki/Vat_Phou#History

3 Bolaven Plateau, Wiki (en), 27 maggio 2023, da https://en.wikipedia.org/wiki/Bolaven_Plateau

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