Da secoli la valle di Fergana ha rappresentato un crocevia fondamentale lungo la Via della Seta. Punto di passaggio obbligato per le carovane che partendo dal bacino del Tarim a est proseguivano il loro viaggio verso occidente toccando l’oasi di Bukhara e la città di Samarcanda fino ai confini orientali dell’impero bizantino. Un percorso impegnativo compiuto a dorso di cammello, celebri quelli battriani per la loro resistenza, che toccava passi di montagna, regioni desertiche e distese pianeggianti che sembravano non finire mai. Come la valle di Fergana in Uzbekistan, estesa quanto la Toscana, attraversata da fiumi e circondata da catene montuose. A nord quella del Tien-Shan (le Montagne celesti), mentre a sud si elevano i picchi del Gissar-Alai che si estendono per oltre 200 chilometri[1] da est a ovest tra Tagikistan e Uzbekistan. Frontiere naturali a difesa della regione più fertile[2] di tutta l’Asia centrale. Una ricchezza alimentata dai numerosi fiumi e corsi d’acqua che attraversano la valle rendendola particolarmente adatta all’agricoltura e all’allevamento.
Del valore strategico della valle di Fergana se ne rese conto Alessandro Magno che qui fondò la città di Alessandria Eschate (Alessandria la lontanissima) e successivamente la dinastia cinese degli Han che avrebbe tentato di conquistare la regione per entrare in possesso dei celebri cavalli celesti[3]della Valle di Fergana. Destrieri leggendari conosciuti in tutta l’Asia centrale per la loro velocità e resistenza. Una risorsa ideale per sostenere le mire espansionistiche degli Han all’epoca in lotta contro le tribù nomadi delle steppe.
Alla prosperità della regione contribuiscono i fiumi Naryn e Kara Darya che si uniscono nella valle di Fergana a formare il Syr Darya, il secondo corso d’acqua più lungo dell’Asia centrale. Il fiume scorre parallelo alle catene montuose a nord della valle e le sue acque contribuiscono a irrigare il bacino produttivo della regione con i suoi campi di cotone e riso, tabacco, frutta e verdura.
Un viaggio In Asia Travel per conoscere la valle di Fergana e i suoi luoghi, nel cuore della via della Seta.
Viaggio Straordinario Uzbekistan
Samarcanda, il mare di Aral, il deserto Kyzylkum e la valle di Fergana
Luoghi di interesse nella valle di Fergana
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La valle di Fergana in Uzbekistan si trova agli estremi confini orientali del Paese, incuneata tra Kirghizistan e Tagikistan come un’appendice pianeggiante in un territorio altrimenti impervio e selvaggio. La discesa dagli alti passi montani fino a valle è un percorso che suscita emozioni intense sia che si arrivi dalla capitale Tashkent, distante 300 chilometri, sia che si raggiunga Fergana dai Paesi vicini. Partendo dalla capitale il percorso verso la valle e i suoi luoghi di interesse attraversa il passo Kamchik a 2,268 metri di altitudine in un paesaggio di insuperabile bellezza unendo la città di Tashkent in Uzbekistan all’antica città di Osh in Kyrghizistan. Questo era un tempo il principale itinerario lungo la via della Seta in Asia centrale.
Ed è questa stessa via che percorriamo oggi nel nostro tour archeologico dell’Uzbekistan toccando le principali località di interesse nella valle di Fergana. Da Kokand fino a Kuva.
Tour archeologico Uzbekistan
Itinerario archeologico tra Samarcanda, Khiva e la valle di Fergana
Kokand
Sia che provenissi da est che da ovest, lungo la via della Seta, era a Kokand che dovevi necessariamente sostare. La città è stata per secoli uno dei principali snodi commerciali attraverso la fitta rete di collegamenti che univa l’Asia centrale al resto del mondo. È nel XVIII, però, che Kokand acquista un ruolo politico di primo piano con la fondazione dell’omonimo khanato e la dichiarazione di indipendenza dalla città di Bukhara. Il palazzo del khan costituisce una delle testimonianze storiche più impressionanti della città. Un tempo composto da sette cortili e 113 stanze con facciate decorate a mosaico, è stato in parte distrutto durante l’invasione sovietica.
Nella zona orientale della città, a due chilometri di distanza dal palazzo del Khan, si trova l’imponente Moschea del Venerdì con il suo minareto alto più di venti metri e lo splendido porticato a volta sorretto da colonne di legno rosso. A nord della moschea il mausoleo reale del khan Umar e dei membri della sua famiglia.
Rishtan
La fama di Rishtan in tutta l’Asia centrale deriva dalla sbalorditiva purezza dell’argilla locale lavorata da oltre 800 anni per la realizzazione di vasi e altri prodotti in ceramica. L’argilla presente nel sottosuolo della regione di Rishtan non necessita di raffinazione e non richiede l’aggiunta di ulteriori argille per poter essere lavorata: un poco d’acqua e il gioco è fatto. La sua abbondanza è tale e il grado di purezza così elevato che la maggior parte dei prodotti in ceramica presenti nei bazar dell’Uzbekistan proviene dai laboratori artigianali di Rishtan. Logico allora che tra il XIX e il XX secolo la quasi totalità della popolazione di Rishtan fosse impiegata in quest’attività. Se cercate un souvenir in ceramica da portare a casa i mercati di Rishtan sono il luogo giusto per acquistare le splendide ceramiche smaltate della regione; molto più economiche di prodotti simili venduti nei bazar di Samarcanda o Bukhara.
Margilon
L’argilla di Rishton e la seta di Margilon, antica città lungo la via della Seta che da secoli è il maggior centro serico dell’Uzbekistan. La Yodgorlik Silk Factory è il punto di partenza per capire quanto e come questo incredibile tessuto abbia definito l’identità di una delle vie commerciali più importanti al mondo. In un paese, l’Uzbekistan, che è il terzo produttore mondiale di seta. Un po’ come andare a Murano e fregarsene dei soffiatori di vetro; sarebbe un vero peccato. Dalla fabbrica vale la pena proseguire in direzione del Kumtepa Bazar, con un viaggio in taxi di una decina di minuti. L’impressione è quella di un viaggio nel tempo lungo i banchi di un mercato dove è possibile acquistare scampoli di seta ai prezzi più vantaggiosi di tutto l’Uzbekistan. Souvenir numero due di cui prendere nota.
Fergana (città)
Fondata nel 1876 la città di Fergana costituisce un ottimo punto di partenza per l’esplorazione della valle. Situata in posizione relativamente centrale, Fergana è la città meno tradizionale della regione, con un’atmosfera dinamica e cosmopolita particolarmente vivace nel bazar cittadino. Un giro da queste parti e ci si immerge subito nella realtà locale. Il Museo della città offre una panoramica storica e naturalistica della valle di Fergana; niente di indimenticabile, per carità, ma vale comunque la pena fare un giro nelle sue sale.
Kuva
Una trentina di chilometri a nord-est della città di Fergana si trova il centro di Kuva, punto di arrivo delle carovane provenienti da Kashgar e oggi famoso per le suggestive testimonianze archeologiche rinvenute durante gli scavi degli anni Cinquanta. La scoperta del tempio buddhista di Kuva si è rivelata di eccezionale importanza per ricostruire la diffusione di idee, filosofie e religioni lungo la via della seta. L’edificio sorgeva su di una collina naturale circondata da un muro in adobe e il cui accesso era garantito da una scalinata in pietra. La data di costruzione è ancora oggi incerta, per quanto sia certo fosse già presente e attivo nel corso del VII secolo e successivamente raso al suolo durante le conquiste arabe del XIII secolo.
Andijan
Un giro ad Andijan per entrare nel cuore della città più sacra e spirituale della valle di Fergana. Un tuffo nella tradizione uzbeka tra i banchi del bazar Jahon dove acquistare tessuti della preziosa seta locale e sorseggiare un bicchiere di tè nei tanti locali del centro. Una visita alla moschea Juma e alla vicina madrasa convertita in museo etnografico con una ricca collezione di strumenti musicali tradizionali. La città ha dato i natali nel 1453 al condottiero Babur, il cui nome a molti dirà poco, ma è stato lui a fondare uno degli imperi più potenti dell’Asia, conquistando l’India e dando avvio alla potente dinastia Moghul[4]. Una visita al Museo Letterario Babur è l’occasione per conoscere la storia e le imprese di questo celebre condottiero nato nella valle di Fergana e morto ad Agra nel 1530.
La valle di Fergana è sicura?
La risposta breve è sì. La valle di Fergana e i suoi principali luoghi di interesse sono sicuri e non ci sono pericoli significativi da registrare.
La popolazione locale è accogliente e le strade in buono stato. Alcune città come Margilon e Andijon sono più tradizionaliste rispetto alle altre ed è quindi opportuno vestire in maniera adeguata, evitando abiti che lascino scoperte braccia e gambe. Questo vale in particolare per i due centri urbani sopra citati e più in generale per tutta la valle di Fergana. Ricordiamo infatti che la regione osserva i dettami della religione islamica in maniera più stringente e tradizionalista, rispetto al resto del Paese. Un atteggiamento rispettoso delle abitudini locali è dunque raccomandato al viaggiatore.
Come spostarsi nella valle di Fergana
La porta di accesso alla valle di Fergana è la città di Kokand collegata a Tashkent via treno con un viaggio della durata di cinque ore.
Come opzioni alternative potete affidarvi anche a taxi collettivi e autobus che fermano a Kokand e da qui proseguono, dopo un cambio, verso i centri urbani di Margilon, Rishton e Fergana.
Una volta nella valle l’opzione più semplice e veloce sono ancora una volta gli autobus e i taxi, mentre la rete ferroviaria è piuttosto limitata e decisamente molto lenta.
Per ulteriori consigli di viaggio rimandiamo il lettore al nostro articolo sul viaggiare sicuri in Uzbekistan con dettagli e informazioni utili da conoscere prima della partenza.
Note
1 Gissar Range, Wikipedia (en), 3 marzo 2021, da https://en.wikipedia.org/wiki/Gissar_Range↵
2 Fergana Valley – Geography and geology, Wikipedia (en), 3 marzo 2021, da https://en.wikipedia.org/wiki/Fergana_Valley#Geography_and_geology↵
3 Ferghana horse, Wikipedia (en), 3 marzo 2021, da https://en.wikipedia.org/wiki/Ferghana_horse↵
4 Moghul Storia, Wikipedia L’enciclopedia libera, 3 marzo 2021, da https://it.wikipedia.org/wiki/Moghul#Storia↵