Qualche hanno fa mi trovai a conversare con amici sul tema viaggi. Uno di quegli argomenti che può facilmente intrattenere per un’intera serata. La domanda di fondo era: quali sono le risorse che utilizzate per i vostri viaggi nel sud-est asiatico? Venne fuori di tutto. Da un’anziana signora conosciuta al supermercato e appena tornata dal Myanmar, all’amica del cugino dell’amico che è tornata via terra dopo un viaggio nel sud-est Asia. Furono menzionate le guide, ovviamente, forum, vari blog, passando per la narrativa di viaggio e arrivando ai tour operator specializzati nel sud-est asiatico.
In quest’ultimo caso le opinioni furono piuttosto discordanti. C’erano gli amici oltranzisti che non si sarebbero mai sognati di affidare l’organizzazione del proprio viaggio a qualcun’altro. C’erano i possibilisti che per organizzare un viaggio particolarmente avventuroso contattarono un tour operator specializzato. C’erano infine coloro che non si sarebbero mai mossi da casa senza avere in mano un programma dettagliato del loro itinerario.
La serata andò poi per le lunghe visto che dai viaggi nel sud-est asiatico siamo passati a parlare dei templi khmer nella giungla cambogiana e di viaggi avventurosi attraverso l’arcipelago delle Mergui; che, detto tra parentesi, è uno dei tour che stiamo promuovendo in questo periodo. La serata si è conclusa con differenti punti di vista che evidenziano quanto le esigenze di viaggio siano molto soggettive. Molti gli interrogativi sollevati che mi hanno portato a riflettere su come debba operare un tour operator specializzato nel sud-est asiatico. Il tema è molto vasto ed è difficile circoscriverlo in un’unica definizione, ma a qualche domanda vorrei comunque rispondere. Si tratta di domande che mi faccio spesso, come tour operator che opera da anni nel territorio del sud-est Asia. È da questa necessità che è nato quest’articolo: per offrire un quadro se non esaustivo, perlomeno sincero di come operano i tour operator; con un occhio particolare all’Asia del sud-est.
La nascita del primo tour operator e la storia di Thomas Cook
Curiosità mia, ma prima di trattare un argomento mi piace capire da dove tutto sia cominciato. Non per prender tempo, ma per contestualizzare in questo caso la nascita di un settore, quello dei tour operator che ha ormai la bellezza di 150 anni. E dobbiamo all’inglese Thomas Cook, missionario di fede Battista, la nascita della prima agenzia di viaggi specializzata in tour organizzati.
Siamo nel 1841, un Lunedì per la precisione, quando il giovanissimo Cook portò 570 persone dalla stazione di Leicester a quella di Loughborough per assistere a un comizio sulla temperanza. L’idea di Cook fu semplice: coniugare un turismo etico e responsabile con il profitto. Questo perché riteneva possibile allontanare i lavoratori, uomini e donne, da quella che all’epoca era una vera e propria piaga sociale: la dipendenza dall’alcool. L’iniziativa di Cook ebbe un grandissimo successo e anni dopo l’inglese avrebbe affermato, con un certo interesse personale nella faccenda, di aver fatto viaggiare oltre un milione di persone. I viaggi organizzati con un tour operator divennero d’un tratto a disposizione di tutti. Prima di Cook viaggiare per diletto era prerogativa, per motivi economici, riservata esclusivamente ai membri delle classi più ricche e abbienti. Da Cook in poi i “conducted tours” diventarono così popolari che la sua agenzia propose tour in Egitto, India e perfino in Giappone.
Ah una cosa. Se qualche appassionato viaggiatore si stesse chiedendo, come ho fatto io, se Thomas Cook fosse imparentato con il celebre comandante James Cook, la risposta è negativa. Lo scopritore dell’Australia ebbe sì dei figli, ma questi morirono senza lasciare eredi. Peccato perché sarebbe stata davvero una bella storia.
Tour operator nel sud-est Asia: come scegliere quello giusto
La distanza genera sempre una certa diffidenza. Distanza spaziale, nel caso di viaggi nel sud-est asiatico, ma anche distanza culturale ed etica. Cambiano le regole in gioco, quelle di relazione e di comunicazione. Cambia la percezione nello spazio e cambia il modo in cui vediamo la vita. Tutto questo può generare sospetto e una certa tendenza, alimentata da viaggiatori poco consapevoli, a vedere nel sud-est asiatico, con una comoda generalizzazione, una meta da prezzi stracciati e da contrattazioni all’ultimo sangue. La realtà è ben diversa e quei tour operator che fanno leva sul fattore economico rappresentano una scelta da un lato poco etica (e vedremo perché) dall’altro un possibile rischio per eventuali sgradite sorprese.
I punti da prendere in considerazione per scegliere il tour operator giusto nel vostro prossimo viaggio nel sud-est asiatico sono sostanzialmente tre:
- conoscenza geografica del sud-est Asiatico;
- costi del viaggio organizzato;
- impatto sul territorio e turismo etico.
Una mappa per il vostro viaggio nel sud-est asiatico
Che bello vado in viaggio nel sud-est asiatico!
Sì, ma dove?
La definizione di sud-est asiatico comprende undici Stati: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Timor Est e Vietnam. Conoscere il territorio, non nei minimi particolari, ci mancherebbe, ma avere un’idea dei suoi confini e delle sue distanze, è estremamente utile al momento della scelta giusta del tour operator. Lavorare con tour operator locali, in base alla destinazione scelta, può rivelarsi un’opzione vantaggiosa sia in termini di costi, che di conoscenza del territorio. A questo si aggiunge poi la possibilità di scegliere tour per così dire modulari. Per chi decide di organizzare parte del viaggio in autonomia, potrebbe infatti rivelarsi utile un tour operator specializzato, ad esempio, in aree remote o in un trekking sulle montagne del Laos; mentre per la visita ai templi principali di Luang Prabang potrebbe muoversi in maniera indipendente.
Un’ultima cosa. Conoscere la geografia del sud-est asiatico vi proteggerà anche da sgradite e faticose sorprese al momento del vostro arrivo nel Paese. In questo vastissimo territorio gli spostamenti possono rivelarsi estremamente complicati, soprattutto se avete poco tempo a disposizione. Le distanze richiedono molto spesso ore e ore di viaggio, visto che quasi tutte le località remote non sono servite dal trasporto aereo. Vendere qualche tratta in più, giusto per fare cassa, può rivelarsi per il viaggiatore inconsapevole un’esperienza estenuante. La poca conoscenza del territorio da parte dell’agenzia o del tour operator a cui vi affidate, potrebbe riservare sgradite sorprese nel momento meno opportuno: vale a da dire quando siete in viaggio.
Turismo responsabile
Negli ultimi anni la definizione turismo responsabile si è diffusa al punto tale da diventare una prerogativa abbracciata con entusiamo da quasi tutti i viaggiatori, troppo spesso senza approfondirne il significato.
Come abbiamo detto, scegliere il giusto tour operator in termini di onestà, professionalità ed esperienza per il vostro prossimo viaggio in sud-est Asiatico, è un aspetto molto importante. Ma, se anche voi condividete l’idea di turismo etico e a basso impatto sul territorio, altrettanto fondamentale è il vostro ruolo di turista responsabile. La domanda più spontanea è : come posso contribuire affinché il mio viaggio sia davvero etico e responsabile? È un quesito sorto anche quella sera durante la conversazione tra amici sul tema viaggi di cui vi accenavo all’inizio di questo articolo. La riposta sarebbe relativamente semplice se non che coinvolge un elemento delicato in fase di progettazione di un viaggio : il costo.
Parliamo un po’ di costi
La scelta, o l’esigenza, di risparmiare è senz’altro comprensibile, giusta e ancor più legittima. In fondo come per qualsiasi altro acquisto il fattore naturale istintivo comune a tutti è di acquistare il prodotto migliore al prezzo minore. Se il medesimo oggetto è in vendita in diversi negozi semplicemente lo acquistiamo dove costa meno. In tema di viaggi non funziona esattamente in questo modo poiché non stiamo comperando un oggetto, bensí un insieme di servizi e prestazioni che coinvolgono e interagiscono con la realtà locale e determinano il vostro impatto su di essa. È quindi fondamentale avere un’idea chiara del tessuto economico del Paese che visiteremo.
Il salario medio mensile in Cambogia è di 761.200 Riel (circa 168 euro), mentre in Thailandia raggiunge le 14.076 Bhat (circa 300 euro) per precipitare in Myanmar con 80 euro al mese, euro più, euro meno. (fonte Tradingeconomics.com). Di fronte a queste cifre appaiono quanti mai improbabili le richieste dei tour operator del sud-est asiatico che sembrano offrire a sproposito prezzi occidentali in un territorio la cui economia è così lontana dalla nostra. Ed è proprio in relazione a questi dati che tocchiamo il cuore dell’argomento.
La bassissima media degli stipendi mensili non è la prova di un carovita incredibilmente vantaggioso in grado di garantire il felice benessere della popolazione locale, ma piuttosto riflette la drammatica realtà quotidiana che confina la maggioranza sotto la soglia di una dignitosa sopravvivenza. Non entriamo in merito alle ragioni di tutto ciò poiché sono piuttosto articolate e coinvolgono un insieme di fattori economici e dinamiche sociali che vanno oltre il tema di questo articolo.
Blog, forum e consigli online
In tema di viaggi esistono un’infinità di siti internet, forum, blog dove attingere informazioni di ogni sorta. Un incredibile potenziale che può contribuire ad arrivare preparati al momento della partenza. Queste fonti sono alimentate da racconti di viaggio e recensioni di coloro che, spesso con le migliori intenzioni, desiderano condividere la loro esperienza. Tuttavia bisogna tener conto che l’esperienza di viaggio di ciascuno di noi è una questione molto personale.
Inevitabilmente in fase di progettazione gran parte delle attenzioni è focalizzata sulla spesa e spesso si commette l’errore di dare maggior credito ai consigli “strategici” che soddisfano meglio la necessità di risparmiare. Si tende dunque a trascurare che ciò che ha reso il viaggio indimenticabile per qualcuno non necessariamente funziona in maniera universale poiché tutti noi abbiamo esigenze ed un livello di adattabilità differenti.
Un piatto di riso saltato comperato in un mercato a Bangkok, un porzione di sticky rice su una bancarella a Vientiane o un piatto di noodle da un ambulante nel centro di Phnom Penh, indubbiamente hanno costi bassissimi, a volte inferiori a 1 euro. Ciò non significa che tutti siano disposti a mangiare per strada dove inevitabilmente vengono meno le garanzie igieniche.
Anche in materia di pernottamenti, volendo, si puó spendere molto poco. Non sono infatti rari gli ostelli dove è possibile pernottare a pochi soldi in un’unica stanza con altri viaggiatori condividendo gli stessi servizi igienici. Una preferenza comune, per scelta o per esigenze, di molti viaggiatori zaino in spalla, che trova di gran lunga meno riscontro nei viaggi di famiglia.
Hotel e ristoranti che offrono il comfort che cercate hanno costi superiori, cosí come guide professionali, autisti responsabili e mezzi di trasporto puntuali e affidabili in grado di garantire una maggior sicurezza. Con lo stile e l’esperienza di viaggio cambiano quindi anche i costi.
Il vostro ruolo di turista responsabile
Molto spesso riceviamo richieste da parte di viaggiatori che rimarcano lo stereotipo “essendo un Paese povero mi aspetto un preventivo molto basso perché ho letto sui forum che lì costa tutto molto poco”. I dati economici delle Nazioni in fase di sviluppo sono senza dubbio indiscutibili in quanto sono un dato di fatto. È verissimo che molti prodotti di uso quotidiano o alimentari hanno prezzi più bassi, se confrontati con quelli occidentali, ma questo riguarda sopratutto i costi di mercato della materia prima locale.
Tutt’altra cosa è fare leva sul concetto di “Paese povero” perché, per un viaggio etico e responsabile, questa condizione sociale non dev’essere interpretata come un’opportunità per pagare il meno possibile. È proprio su quest’aspetto che trova risposta la domanda spontanea che in molti si fanno, ossia come poter contribuire eticamente quando viaggiamo.
Il prezzo di un viaggio non è determinato dal costo degli oggetti che potremmo acquistare al mercato, ma dalle prestazioni di esseri umani, guide professionali e autisti, che per un tour operator responsabile è dovere imprescindibile compensare in maniera etica. Approcciarsi al viaggio nel sud-est Asiatico con questa consapevolezza è sicuramente il miglior contributo che possiamo dare affinchè il viaggio sia etico e responsabile.
Il ruolo del tour operator responsabile
Sulla logica che in un Paese povero tutto dovrebbe costar poco molte agenzie di viaggio si muovono seguendo una rotta poco incline a valorizzare il territorio, le economie locali e le popolazioni che lo abitano. Prezzi stracciati, sconti improbabili che fanno la felicità del viaggiatore e si traducono in uno sfruttamento diretto degli operatori locali e del loro staff.
Il risparmio, là dove è equo, etico e responsabile va a tutto vantaggio sia del cliente che dei locali. Se la bilancia si sposta in maniera eccessiva verso l’uno o verso l’altro, allora possiamo parlare a buon diritto di sfruttamento, o di fregatura. A seconda della coordinata geografica da cui osserviamo la faccenda.
È su questo equilibrio particolarmente fragile che dovrete muovervi per valutare i tour operator più adatti a voi per il vostro viaggio. Non solo al momento della prenotazione, ma anche quando vi capiterà, e vi capiterà di sicuro, di contrattare per un paio di pantaloni in seta, o di un souvenir etnico nei mercati di Yangon o Mandalay, in Myanmar. Vale la pena ricordare che nella maggior parte dei casi state trattando per pochi euro, a volte pochi centesimi. Se tutto questo ha senso per un locale che guadagna poco più di due euro al giorno, non è altrettanto comprensibile dal punto di vista dell’occidentale.
Qual è l’impatto sul territorio?
Questo è un punto particolarmente delicato, visto che riguarda da vicino le responsabilità etiche del nostro viaggio. Il turismo nel sud-est asiatico va a toccare popolazioni e culture che nella maggior parte dei luoghi, specie in campagna e nelle località meno conosciute, vivono ancora in maniera autentica. Le tribù del Laos del nord, così come quelle del Myanmar settentrionale seguono inalterati ritmi antichi che possiamo conoscere e apprezzare proprio grazie a tour operator specializzato in viaggi di questo tipo. Nel caso specifico è bene valutare con attenzione la mission dell’agenzia, fare domande in fase di contatto e capire anche attraverso i feedback di altri viaggiatori qual è l’atteggiamento e la condotta del tour operator.
Un’attenzione di questo tipo da parte del viaggiatore si rivela di fondamentale importanza per generare il minimo impatto sulle fragili economie locali che possono così trarre vantaggio da un turismo etico e responsabile. C’è chi sceglie, del resto, di non intraprendere neppure viaggi di questo tipo, con lo scopo di impattare il meno possibile su queste realtà.
Noi crediamo invece, da buoni esploratori, che viaggi come questi siano possibili. Anzi la scelta del tour operator giusto per territori economicamente così fragili, non può prescindere, in questo caso, dal modo in cui gestiscono le relazioni con il territorio e gli abitanti che vi risiedono.
Tour operator e viaggi personalizzati: è davvero possibile?
Quando ci troviamo di fronte il pacchetto proposto dal tour operator è difficile dire di no. È come quando ti invitano a cena e rifiuti qualche piatto. Son cose che non si fanno. Per questo è così difficile pensare a viaggi modulari, viaggi nel sud-est asiatico personalizzati in base ai nostri gusti che coincidono con la nostra folle passione per la scoperta. La scelta del tour operator dovrebbe cadere su quegli operatori in grado di proporre tour personalizzati che assomigliano a un viaggio fai da te, ma della cui organizzazione, logistica e trasporti se ne occupa qualcuno con più competenze di noi. E soprattutto quel qualcuno dovrebbe conoscere meglio di noi quella parte del sud-est Asia che vogliamo visitare.
È questa una scelta fondamentale che coniuga il desiderio di libertà e autonomia che sperimentiamo in viaggio, con una rete di contatti e guide capace di garantirci protezione e accoglienza. Questo tipo di flessibilità è la prima virtù che si richiede a un’agenzia di viaggio o a un tour operator e vale sia per il sud-est asiatico che per altre mete in giro per il mondo.
In Asia Travel: un tour operator locale
Le domande che mi erano venute in mente quella sera di tanti anni fa si sono trasformate, oggi, nel tour operator In Asia Travel. Le domande ho comunque continuato a farmele, rispetto al modo di operare al meglio nel territorio del sud-est asiatico, sia nei confronti delle popolazioni locali che dei viaggiatori che accompagno. Sono proprio queste domande che manteniamo volutamente sempre aperte a darci la spinta per continuare a migliorare. Il vantaggio di avere la sede in quest’area è per noi una grande risorsa per operare con maggiore consapevolezza e competenza in Myanmar, Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam.
Il fatto di trovarmi proprio qui, significa molto per me, visto che in questa maniera posso direttamente scegliere i collaboratori, come guide, interpreti e autisti, valutandone personalmente le competenze, la fiducia e la disponibilità. E vi assicuro che per gli autisti è un fatto della massima importanza che troppo spesso, ahimè, viene trascurato. A questo si aggiungono gli itinerari e i tour che propongo e che prima di essere messi a disposizione dei viaggiatori sperimento direttamente. Lo so, questa attività presenta anche dei bellissimi vantaggi !
È in quest’ottica che è nato In Asia Travel come tour operator specializzato nel sud-est Asia: con la volontà di proporre viaggi personalizzati grazie alle competenze di un tour operator locale. La vicinanza col territorio si traduce poi in un aspetto altrettanto importante della nostra politica di viaggi.
Il rispetto delle popolazioni locali e il sostegno delle economie tribali attraverso il viaggio. Se Thomas Cook si era proposto di aiutare i lavoratori con le loro dipendenze, noi molto più semplicemente ci proponiamo di stabilire relazioni con i viaggiatori che ci scelgono, mettendoli in contatto, in maniera quanto più autentica possibile, con i luoghi che attraversano e le popolazioni che li abitano.