Turismo etico: perché viaggiare in maniera etica e responsabile

Viaggi etici e turismo responsabile: una definizione

È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria”.

(Voltaire).

Questa volta abbiamo deciso di iniziare con una citazione. Un po’ abusata, se volete, ma che se non altro ci aiuta a introdurre quello di cui abbiamo intenzione di parlare in questo post. Dare una definizione di turismo etico e più in generale di viaggi etici non è così semplice come sembra.

Questo perché l’espressione viaggio etico o se volete turismo responsabile mette in gioco sia l’etica su cui da Aristotele in poi ci hanno passato notti insonni più di un filosofo e quella di viaggio sulla quale più di un viaggiatore ha consumato le proprie scarpe. Da Marco Polo in là.

È anche vero che Voltaire con la sua frase ci aiuta a capire che quando parliamo di viaggi è necessario uscire dalla propria zona di comfort per conoscere qualcosa di diverso: culture, luoghi, persone. Il viaggio è relazione con tutte queste cose e il viaggio etico è relazione ancora più profonda, visto che implica una buona dose di consapevolezza da parte del viaggiatore.

Turismo etico: Pindaya trekking

La definizione di turismo etico sta proprio in questa maggiore consapevolezza nel momento in cui ci mettiamo in viaggio. È quel bagaglio immateriale che portiamo con noi fatto di emozioni, conoscenza, apertura e accoglienza. Perché la relazione con l’altro sottintende un confronto, non sempre facile, ma del resto nessun confronto lo è mai, su di una base comune di ascolto e condivisione. L’apporto che noi, come viaggiatori, possiamo dare alle comunità e ai Paesi che visitiamo viaggiando in maniera responsabile ed eticamente consapevole sta proprio in questo: nella relazione.[toc]

 

Viaggi etici: il trend del futuro

Quando acquistiamo un biglietto aereo e organizziamo il nostro prossimo viaggio, che sia in un villaggio sperduto della foresta thailandese per un trekking alternativo o in un lussuoso resort delle Maldive, entriamo a far parte del gigantesco ingranaggio dell’industria del viaggio. C’è poco da fare, ma è così.

I nostri profili come viaggiatori, le nostre tendenze e passioni hanno già trovato una loro collocazione nel Report Future Traveller Tribes 2030 stilato dalla Future Foundation e commissionato da Amadeus Italia. Roba di qualche anno fa, ma che offre un quadro piuttosto significativo del profilo dei viaggiatori da qui al 2030. Per il report completo in inglese potete scaricare il pdf qui.

In questa tribù di traveler incontriamo gli accumulatori di esperienze social, vale a dire quei viaggiatori che organizzano le proprie vacanze per acquisire nuovi follower e contatti. Ci sono poi i forzati del viaggio che strutturano la loro esperienza in maniera più dettagliata e precisa in modo tale da limitare gli imprevisti. Passiamo ai fan della semplicità per i quali il viaggio è sicurezza e comfort. Un pacchetto tutto incluso per loro è la soluzione ideale. E alla fine troviamo anche i viaggiatori etici, vale a dire coloro che organizzeranno i propri itinerari sulla base dell’impatto che il loro viaggio avrà sull’ambiente e le popolazioni locali, senza disdegnare attività di volontariato nei luoghi che visitano.

Viaggi etici: le popolazioni locali

Se è vero che non siamo altro che piccoli ingranaggi del gigantesco mercato del business legato al viaggio è anche vero che come viaggiatori etici abbiamo la responsabilità e anche la possibilità di scegliere le soluzioni più sostenibili nel momento in cui organizziamo la nostra vacanza.

In termini di impatto ambientale, rispetto delle comunità locali e gestione del denaro nel momento in cui viaggiamo in Paesi estremamente poveri.

E per farlo possiamo seguire alcuni semplici suggerimenti che abbiamo raccolto dal sito ethicaltraveler.org. Nel caso voleste consultare qui la lista completa in inglese.

 

Consigli per un viaggio etico e responsabile

1. Fai attenzione a come spendi il tuo denaro. Sostenere ristoranti, alberghi e attività locali è un ottimo modo per essere certi di dare un contributo diretto all’economia dei Paesi che visiti.
2. Non regalare nulla ai bambini. Ma solo ai loro genitori o insegnanti. Se fai donazioni accertati dell’attendibilità delle organizzazioni che gestiscono la distribuzione di questi beni.
3. Impara un po’ di lessico locale. Non c’è bisogno di studiare laotiano prima di partire per Vientiane. Ma parole come khokhobchai (grazie) e kaluna (prego) possiamo fare la fatica di impararle. Pochi termini, ma che fanno una differenza enorme per stabilire una relazione e strappare un sorriso.
4. Contratta, ma con moderazione. Inutile accapigliarsi con un guidatore di tuk tuk per pochi centesimi o qualche dollaro. La contrattazione dovrebbe lasciare entrambe le parti soddisfatte. Ricorda anche che in molti casi tu guadagni cento volte tanto un abitante del posto.
5. Rispetta le tradizioni e i taboo del luogo. Inutile fare storie o dimostrarsi offesi. Mai accarezzare un bambino thai sulla testa ad esempio, oppure rifiutare un chai in India.
6. Coltiva il senso dell’umorismo ed evita la rabbia.
7. Leggi e informati prima di partire. Conoscere la storia del luogo che visiti è fondamentale per comprenderne la cultura e la politica.
8. Impara ad ascoltare. Questo significa accogliere punti di vista diversi dal nostro. Essere aperti al confronto e alla relazione.
9. Lascia a casa i preconcetti. Questo è difficile lo sappiamo. Perché senza volerlo ce li portiamo dietro.
10. E comunque non dimentichiamo mai per i nostri viaggi etici le parole di G.K. Chestertondicono che viaggiare sviluppa l’intelligenza. E ci si dimentica sempre di dire che l’intelligenza bisogna averla già prima”.

Monastero Phaya Taung

 

Esistono davvero i viaggi etici?

Con tutto questo parlare di viaggi etici e turismo responsabile mi sembra più che legittimo domandarsi se sia davvero possibile organizzare un viaggio etico e responsabile nei paesi che andiamo a visitare. Il punto di vista in questo caso non dipende solo dall’impegno del viaggiatore etico nel rispettare ognuno a suo modo i suggerimenti che abbiamo letto sopra. Perché il Paese stesso in cui organizziamo il nostro viaggio può adottare politiche economiche, ambientali, sociali e turistiche volte a sviluppare un turismo che sia: sostenibile, responsabile e in ultima analisi etico. Oppure procedere in direzione opposta.

Seguendo questa direzione ogni anno l’organizzazione non-profit etichaltraveler.org pubblica una lista delle dieci destinazioni più etiche a livello globale tra i Paesi in via di sviluppo. La scelta si concentra su tre settori fondamentali: quello del benessere sociale, della protezione dell’ambiente e dei diritti umani. Per ognuna di queste tre categorie vengono valutati i passi avanti compiuti da ogni singola Nazione rispetto al passato e quanto i singoli Paesi contribuiscano al benessere mondiale.

Questa la classifica degli ultimi due anni.

Destinazioni etiche 2018 in ordine alfabetico (non di merito):

• Belize
• Benin
• Cile
• Colombia
• Costa Rica
• Mongolia
• Palau
• St. Kitts & Nevis
• Uruguay
• Vanuatu

 

Destinazioni etiche 2017 in ordine alfabetico (non di merito)

• Belize
• Capo Verde
• Cile
• Costa Rica
• Dominica
• Mongolia
• Palau
• Tonga
• Uruguay
• Vanuatu

 

Boicottare o non boicottare?

La questione è piuttosto dibattuta e vi sarà anche capitato in prima persona di ricevere domande sorprese da amici e parenti venuti a conoscenza del vostro prossimo viaggio in un certo Paese. “Ma non sai che i diritti umani non vengono rispettati, che la protezione dell’ambiente non esiste, ecc…”

È legittimo da viaggiatori etici porsi simili domande e non sempre il boicottaggio si rivela una soluzione tout court per affrontare al meglio simili tematiche.

Come ha ricordato anni fa Tony Wheeler, cofondatore della Lonely Planet insieme alla moglie Susan, rispetto al boicottaggio turistico della Birmania: Yes, some of the money a visitor spends in Burma will indeed end up in the junta’s grubby pockets. Visitors are an incredibly important contact with the outside world. Go to Burma, travel around, talk to people and I guarantee you that what you will hear is ‘come,’ not ‘stay away.‘ (Certo, una parte dei soldi finirà nelle sporche tasche della giunta militare [ma] I visitatori sono un contatto estremamente importante con il mondo esterno. Andate in Myanmar, viaggiate, parlate con le persone e vi garantisco che ciò che sentirete sarà “vieni” e non “stai lontano”.

Non è questione di turismo, di spendere inconsapevolmente il proprio denaro e portare a casa qualche souvenir, perché se siete viaggiatori etici sapete bene ciò di cui sto parlando. Al fatto cioè che il mio contributo alle culture locali, consapevole e responsabile può essere un’arma potente contro quei regimi che hanno stracciato i diritti umani e quelli dell’ambiente. È la mia testimonianza come viaggiatore etico a fare la differenza.

Per questo è così importante informarsi prima di partire. Conoscere la storia di un Paese, la sua situazione politica e quella sociale. È così che diventiamo viaggiatori etici e responsabili che con la loro stessa presenza possono cambiare qualcosa.

E del resto perlomeno sulla carta, uno dei principi cardine della Carta Mondiale di etica del turismo, redatta a Santiago del Cile l’1 Ottobre 1999, è proprio questo:

La comprensione e la promozione dei valori etici comuni all’umanità, in uno spirito di tolleranza e rispetto della diversità di credo religioso, filosofico e morale, rappresentano il fondamento e la conseguenza di un turismo responsabile; i responsabili dello sviluppo turistico e i turisti stessi dovranno rispettare le tradizioni e le pratiche sociali e culturali di tutti i popoli, comprese quelle delle minoranze e delle popolazioni autoctone, e riconoscere il loro valore. (Art.1/com.1)

 Turismo responsabile: Samkar Pagodas

 

In Asia Travel e turismo responsabile

Viaggi etici, viaggiatori consapevoli, tour operator responsabili e popolazioni locali. E poi l’ambiente, il Paese nel quale viaggiamo con la sua cultura, la sua storia e le sue tradizioni spesso così diverse e distanti dalle nostre. Facciamo tutti parte di questo ecosistema nel quale ci muoviamo ognuno con i propri desideri, le proprie speranze, i sogni e le aspettative. In Asia Travel ha la sua sede nel sud-est asiatico, collaboriamo con guide e personale locale ricompensati eticamente e responsabilmente per le loro prestazioni. Rispetto ai nostri viaggi e tour operiamo nel pieno rispetto delle popolazioni locali, dell’ambiente, delle loro tradizioni e della loro religione.

Questo è quello che facciamo noi. Quello che ci aspettiamo dai nostri viaggiatori è la capacità di adattamento necessaria per vivere al meglio il viaggio. Con la vostra presenza potete contribuire in maniera significativa al miglioramento delle realtà locali, sia sul piano umano che su quello economico e sociale. E certo che detta così sembra parecchio seria la faccenda. Quindi niente musi lunghi visto che un viaggio etico e responsabile lo possiamo fare in un trekking nelle province remote del Myanmar alla scoperta delle tribù locali, così come sulle spiagge bianche delle isole del Vietnam del sud. Oppure lungo le rotte dei Moken nell’Arcipelago Mergui. Il viaggio dopotutto è divertimento e scoperta e i viaggi etici non fanno eccezione.

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