Templi Khmer in Cambogia: storia, caratteristiche e siti archeologici alternativi ad Angkor

Quello che vi proponiamo oggi è un itinerario inconsueto alla scoperta dei templi Khmer nella foresta più spettacolari e meno conosciuti di tutta la Cambogia. Un percorso alternativo ad Angkor che può essere integrato ai nostri tour classici, oppure costituire un itinerario personalizzato per coloro che vogliono seguire le strade meno battute. In questa maniera potrete scoprire complessi archeologici che per collocazione geografica (Preah Vihear), antichità (Sambor Prei Kuk) e suggestione (Beng Mealea) rappresentano delle vere e proprie perle nascoste della cultura Khmer. Alcuni di questi siti fanno parte del Patrimonio dell’UNESCO, altri sono tutelati dal Global Heritage Fund e a garanzia della loro futura preservazione la presenza dei viaggiatori rappresenta un deterrente non da poco nei confronti di cacciatori di tesori e di tutti coloro che operano nel commercio illegale di manufatti antichi.

Il più grande contributo che possiamo dare alla valorizzazione di questi complessi archeologici alternativi ad Angkor è con la nostra stessa presenza. La promozione di percorsi inconsueti come questi se gestita in maniera etica e responsabile, come è nelle nostre intenzioni, rappresenta uno strumento potente per valorizzare i templi della Cambogia meno conosciuti e creare un circuito virtuoso basato sul rispetto delle popolazioni locali e dei territori che andiamo a visitare.

Templi khmer della Cambogia: cosa sono e un po’ di storia

Le numerose domande relative alla civiltà Khmer hanno trovato risposta non in fonti scritte, le quali non ci sono pervenute, ma nelle numerose iscrizioni sulle pietre e sui templi khmer presenti nel territorio cambogiano. A questi si aggiungono i bassorilievi raffiguranti scene mitologiche e belliche come quelli che avrete modo di ammirare sulle pareti esterne del tempio centrale di Angkor Wat. E non da ultimo i resoconti di viaggiatori e mercanti, soprattutto cinesi, che nell’antichità hanno visitato l’impero Khmer. Grazie a queste fonti gli studiosi hanno potuto delineare una storia dell’arte e della civiltà che ha trovato la sua massima espressione nei templi khmer che ancora oggi riescono a stupirci per l’imponenza delle loro strutture e per la suggestività dei luoghi in cui sono stati costruiti.

Per semplicità possiamo allora descrivere tre fasi principali dell’architettura khmer che prendono il nome dai templi più rappresentativi di quel particolare stile.

 

Periodo pre-angkoriano: Sambor Prei Kuk

Un tempio cambogiano di Sambor Prei Kuk

Il sito archeologico di Sambor Prei Kuk è tra i più antichi della Cambogia e risale al VI secolo, sotto il regno del principe funanense Bhavarman protagonista della fusione pacifica del Regno Cenla con il Regno Funan. Già in questa fase i criteri dell’architettura khmer e le sue principali caratteristiche si presentano estremamente definite. Prima fra tutte la pianta, la cui disposizione anticipa i futuri templi montagna di Angkor. I materiali stessi usati nella costruzione di Sambor Prei Kuk saranno poi impiegati nella realizzazione dei primi templi del Regno Khmer: mattoni, pietre e malta.

 

Periodo angkoriano o classico: Angkor Wat

Bassorilievo Suriavarman II - Angkor Wat

Costruito nel XII secolo Angkor Wat è l’esempio perfetto dell’arte classica khmer che raggiunge il suo periodo di massimo splendore sotto il regno Suryavarman II.
Le principali caratteristiche da un punto di vista simbolico e architettonico sono due: quella del tempio-montagna e la presenza di gallerie concentriche a rappresentazione terrestre del Monte Meru, la montagna sacra posta al centro dell’Universo e dimora delle 33 maggiori divinità vediche secondo la mitologia indù. Da notare l’orientamento della porta principale verso ovest a differenza degli altri templi khmer rivolti ad est, disposizione che ha indotto numerosi studiosi a considerare l’ipotesi, mai confermata, che il maestoso Angkor Wat sia stato progettato da Suryavarman II come suo mausoleo: l’ovest infatti era simbolicamente associato al regno dei morti, là dove il sole tramonta e la vita finisce.

 

Periodo barocco: Bayon

Bayon 02

Alla fine del XII secolo il principe khmer che aveva sconfitto l’invasione Cham (1177 – 1181) venne consacrato imperatore, Jayavarman VII, Protetto dalla Vittoria, e dette avvio alla ricostruzione del regno e ad un frenetico programma di edificazioni di templi di cui il Bayon rappresenta uno degli esempi più sublimi. È il tempio adornato da centinaia di volti sorridenti, uno dei più fotografati e conosciuti tra tutti i templi khmer presenti sul territorio cambogiano. E sono proprio le torri a base quadrangolare, oltre ai visi di cui abbiamo accennato a costituire uno dei tratti distintivi del periodo barocco dell’arte khmer. Fu con la morte del sovrano che il regno si avviò verso un inesorabile declino, culminato con l’invasione thai di Angkor nel XV secolo. Occorreranno centinaia di anni prima che l’impareggiabile contributo dell’architettura khmer all’arte mondiale sia riscoperto e riconosciuto in tutto il mondo.

Se volete approfondire le vostre conoscenze sull’architettura cambogiana e sui templi khmer di cui Angkor Wat è senza dubbio l’esempio più sublime, vi invitiamo a leggere il volume dal titolo Angkor, scritto da Maurice Glaize. Una guida indispensabile frutto del lavoro del Glaize come sovrintendente di Angkor a partire dalla seconda metà degli anni ‘30 del secolo scorso. Fu grazie al suo ingegno e alla sua perseveranza che fu portato avanti il recupero e il restaturo dei numerosi templi khmer presenti nel sito di Angkor, grazie al metodo dell’anastilosi. Una guida indispensabile scritta dal protagonista di un’impresa a cui dobbiamo davvero molto.

Adesso possiamo iniziare il nostro viaggio alla scoperta dei templi Khmer e dei siti archeologici alternativi ad Angkor.

Banteay Chhmar

nord ovest di Siem Reap:
14°04’16’’N
103°6′33″E

Tempio Khmer di Banteay Chhmar

Uno dei più suggestivi templi Khmer della Cambogia, un sito archeologico immerso nella foresta tropicale, stupefacente esempio della smania architettonica dell’imperatore Jayavarman VII: l’autore di Angkor Thom e di molti altri templi buddisti. A nord di Siem Reap e a pochi chilometri dal confine con la Thailandia, le rovine di Banteay Chhmar sotto la tutela del Global Heritage Fund e candidate a diventare Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, sono il quarto sito archeologico più grande della Cambogia: dopo Preah Khan (in Kompong Svay), Angkor Thom e Angkor Wat.

La Piccola Cittadella, in lingua Khmer, presenta uno stile architettonico simile a quello del Bayon di Angkor con le misteriose torri a base quadrata ornate di facce dall’enigmatico sorriso. Un fossato circondava le imponenti mura di quasi due chilometri di lunghezza per lato. Un recinto interno di 800 metri per 800, in parte intatto, proteggeva il santuario principale. Sul muro occidentale splendidi bassorilievi raffiguranti Avalokiteśvara (Bodhisattva della Compassione dalle molte braccia). Dobbiamo anche all’impegno dello studioso indipendente Olivier Cunn se ancora oggi possiamo ammirare uno dei templi della foresta più misteriosi e suggestivi della Cambogia. Grazie anche al suo lavoro il sito archeologico di Banteay Chhmar è emerso dal pericoloso anonimato che negli anni Novanta è andato a tutto vantaggio dei cacciatori di reperti che lo hanno depredato.

 

Wat Nokor: Banteay Prei Nokor e Nokor Bachey Pagoda

est di Kampong Cham
12°0′2″N
105°26′43″E

Wat Nokor

Seguendo percorsi alternativi alla scoperta dei misteriosi templi della foresta ci dirigiamo verso sud lungo un itinerario che attraversa la Cambogia più autentica e che può essere personalizzato con una visita fuori programma al sito archeologico di Banteay Prei Nokor , comunemente chiamato Wat Nokor: tre chilometri a nord-est di Kampong Cham. Questa sonnolenta cittadina dalle atmosfere coloniali che sorge sulla riva destra del Mekong è il punto di partenza perfetto per raggiungere il complesso archeologico di Banteay Prei Nokor candidato a far parte del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Nonostante questo l’atmosfera del luogo è lontana anni luce dal turismo di massa del complesso di Angkor e il tempio Khmer di Banteay Prei Nokor è la rappresentazione più autentica della Cambogia tradizionale.

Nokor Bachey Pagoda - Wat Nokor

Sul sito delle antiche rovine un tempo sorgeva Indrapura, quella che fu la prima capitale di Jayavarman II, il fondatore dell’Impero Khmer. La bellezza e il fascino di questo complesso archeologico sta nella sua capacità di aver mantenuto intatte le antiche tradizioni. Nei pressi delle rovine si trova infatti la più recente (risale al XIX secolo) Nokor Bachey Pagoda affrescata con coloratissime immagini buddiste e perfetto esempio di integrazione tra antico e moderno.

 

Beng Mealea

est di Siem Reap
13°28′35″N
104°14′18″E

Beang Melea - South Gate

Tra i templi nella foresta quello di Beng Mealea è uno dei più affascinanti. Ultimo esempio di architettura induista prima dell’avvento del buddismo nel Regno Khmer, Beng Mealea non è stato sottoposto a restauri e il suo stato di conservazione lo rende ancora vergine e intatto così come si doveva presentare nel momento della sua scoperta da parte degli esploratori francesi. Grande attenzione è stata dedicata da parte degli studiosi al complesso archeologico di Beng Mealea date le sue molte affinità con il più celebre Angkor Wat.

La disposizione degli edifici sacri, il recinto in pietra, l’iconografia induista dedicata alla divinità Vishnu e molte caratteristiche architettoniche del complesso archeologico di Beng Mealea hanno fatto supporre agli archeologi che gli edifici costruiti per volere di Suryavarman II furono realizzati come prova tecnica per la sua opera più conosciuta: Angkor Wat. Le rovine di Beng Mealea sono così affascinanti e suggestive da rappresentare una tappa imperdibile per tutti gli appassionati di templi nella foresta. La vegetazione ha avvolto pietre ed edifici e passerelle in legno segano il percorso altrimenti impossibile tra muri collassati e pozze d’acqua pluviali. Si attraversa il complesso di templi trattenendo il fiato come immersi in un luogo sospeso nel tempo più remoto e misterioso del regno Khmer.

 

Koh Ker

est di Siem Reap
13°47’0’’N
104°32’0’’E

Koh Ker - Prasat Thom - 02

Ci troviamo alle origini del regno Khmer quando Jayavarman IV, l’usurpatore, fondò nel X secolo la capitale del suo regno a Chok Gargyar: l’isola della Gloria, edificando Lingapura, città del sacro lingam. La cittadina è oggi conosciuta come Koh Ker e qui sorgono le omonime rovine dell’antica capitale Khmer. Il sito archeologico di Koh Ker è attualmente immerso nella giungla e il suo tempio più spettacolare è senza dubbio la piramide a gradoni di Prasat Thom. Una stupefacente struttura disposta su sette livelli che raggiunge i 35 metri di altezza. Dalla sua sommità si può ammirare in un colpo d’occhio unico tutta la foresta e la piana circostante. Vietato dimenticare la macchina fotografica.

Koh Ker - Panorama dal Prasat Thom

Le principali attrattive di Koh Ker, oltre al già citato Prasat Thom sono: Prasat Bram e Prasat Krahom. Il primo è costituito da torri in mattoni finemente decorate. Ma il vero spettacolo è rappresentato dalle radici che hanno quasi inglobato per intero una delle torri. Prasat Krahom è la seconda struttura più grande del sito archeologico di Koh Ker. Gallerie, mura e torri in mattoni sono collegati da antiche gallerie in parte ancora intatte. Memento in rovina di quando Kaoh Ker fu la capitale del regno Khmer.

 

Preah Vihear

nord ovest di Siem Reap
14°23′35″N
104°40′49″E

Preah Vihear-3198

Di certo uno dei templi Khmer più spettacolari nel territorio cambogiano. Il luogo in cui sorge è un’altura che si eleva per oltre seicento metri sulla piana circostante e da quassù lo sguardo, salvo l’onnipresente nebbia umida che vela l’orizzonte, spazia su di un paesaggio mozzafiato. Le parti più antiche del complesso di templi di Preah Vihear risalgono al X secolo, quando la capitale del regno era Koh Ker. Di architettura induista come altri templi della regione è dedicato al dio Shiva ed è rappresentazione terrena del monte Meru, la montagna sacra della mitologia indù e tibetana. Il tempio di Preah Vihear è disposto su cinque livelli, ognuno dei quali segnalato da un gopura. Questi sono delle torri monumentali riccamente decorate poste all’entrata dei templi, porte di accesso simboliche da attraversare per raggiungere la parte più sacra del complesso.

Oggi il sito continua ad essere luogo di pellegrinaggio di monaci e di famiglie cambogiane. Incontriamo persone che si inerpicano lungo la salita che conduce al tempio per fare un picnic, qualcuno accende degli incensi, qualcun altro lascia delle offerte. L’atmosfera è pervasa di un misticismo che diventa pratica quotidiana là dove la tradizione resiste al ritmo alienante della modernità. Questa è una delle tante ragioni e forse la principale per cui vale la pena intraprendere un tour al Preah Vihear. Lontano dal resto del mondo per apprezzare il fascino autentico di uno dei templi cambogiani più suggestivi.

 

Sambor Prei Kuk

nord di Kampong Thom
12°52′2.22″N
105°2′24.09″E

Sambor Prei Kuk 01

I templi nella foresta di dell’antica città Isanapura, oggi conosciuta come Sambor Prei Kuk, è un viaggio unico all’origine del regno di Cambogia. Situati lungo il corso del fiume Stung Sen, non lontano dalla città di Kampong Thom, nella Cambogia centrale, sono una delle testimonianze più antiche della storia del Paese. Il complesso di templi di Sambor Prei Kuk fu costruito nel VII secolo durante il Regno di Chenla, come i cinesi della Dinastia Sui definivano l’attuale territorio della Cambogia e il sito archeologico comprende oggi più di 100 templi, dieci dei quali a base ottagonale: unico esempio di questo tipo di costruzioni in tutto il sud-est Asia.

L’atmosfera del luogo è particolarmente calma e rilassante. Possiamo passeggiare lungo le piste sabbiose che si avventurano nella foresta ed esplorare i vari templi in tutta tranquillità. Anche in questo luogo, così come in molti altri siti nella foresta, la natura ha inglobato molte delle strutture; ma del resto è proprio questo il fascino unico di un tour archeologico della Cambogia. Perché al di là della ricostruzione cui è stata sottoposta Angkor quello che cerchiamo in un itinerario alla scoperta dei siti alternativi ad Angkor è proprio la loro autenticità.

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